I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato:

Un patrimonio di identità culturale e rurale


Il sito UNESCO - Inquadramento al territorio


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Il sito seriale dei Paesaggi vitivinicoli del Piemonte Langhe-Roero e Monferrato è costituito da 6 componenti che toccano i confini amministrativi di 3 province e 29 comuni.

Le componenti coprono un'estensione di circa 10.000 ettari.

Per un'ulteriore protezione del sito è stata definita un'ampia buffer zone, che comprende 72 territori comunali.


I criteri di iscrizione:


Criterio (iii)

Il paesaggio vitivinicolo di Langhe Roero e Monferrato è il risultato eccezionale di una "tradizione del vino" che si è trasmessa ed evoluta dall'antichità fino ad oggi, costituendo il fulcro della struttura socioeconomica del territorio.

Questa tradizione culturale si manifesta attraverso un consolidato patrimonio di saperi e tecniche di coltivazione e vinificazione che si basano sulla profonda conoscenza di vitigni storicamente coltivati e della loro capacità di adattamento a peculiari condizioni ambientali.


Criterio (v)

I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato rappresentano uno straordinario esempio di interazione tra società e ambiente, manifestatasi ininterrottamente per due millenni: nel corso dei secoli i vigneti, gli insediamenti e le forme di vita sociale hanno saputo integrarsi dando vita ad un paesaggio vivente dove ogni trasformazione deriva dalla determinazione dell'uomo nell'ottimizzare forma, contenuti e funzioni in relazione alla viticoltura e alla produzione del vino.

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il sito è un 'paesaggio culturale' = aree geografiche che in modo peculiare rappresentano l'opera combinata della natura e dell'uomo


Il sito UNESCO - Un paesaggio culturale


Il paesaggio vitivinicolo di langhe-Roero e Monferrato costituisce un esempio eccezionale e unico di un paesaggio culturale derivante dall'interazione tra uomo e natura per oltre due millenni, incentrata sulla cultura del vino e sulla sua filiera.

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Questo paesaggio è costituito da un sistema collinare dai profili dolci lungo cui si dispongono filari di vite a girapoggio ed è densamente popolato da cascine e nuclei rurali, piccoli villaggi d'altura, insediamenti commerciali e industriali nei fondovalle, e specifici luoghi legati alla filiera produttiva del vino che si integrano in maniera straordinariamente armonica.

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La "Langa del Barolo" include l'estremo lembo Nord-occidentale del sistema collinare delle Langhe, e si estende per 3.051 ettari sui territori comunali di Barolo, Serralunga d'Alba, Castiglione Falletto, La Morra, Monforte d'Alba, Novello e Diano d'Alba, che costituiscono il fulcro dell'area di produzione del vino Barolo DOCG.

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Il prestigio internazionale del Barolo non si lega solamente alla grande qualità del suo ciclo produttivo, ma è anche frutto di una tradizione storica. Il Barolo è prodotto in purezza dal Nebbiolo, il vitigno più anticamente coltivato e pregiato delle Langhe e fra i primi attestati storicamente in Italia, che trova fra queste colline un ambiente ottimale alla sua coltivazione e alla produzione di vini di eccellenza.

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Il paesaggio si connota per un mosaico agrario pressoché monoculturale, con appezzamenti vitati a perdita d'occhio, e per la presenza di borghi d'impianto medievale (Barolo, Castiglione Falletto e Serralunga d'Alba) fortemente caratterizzati dalla presenza di imponenti castelli.

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La componente rappresenta una testimonianza materiale di estrema importanza per la storia della viticoltura piemontese in quanto nel corso del XIX secolo il castello appartenne a Camillo Benso Conte di Cavour che curò le prime sperimentazioni in campo enologico legate alla ricerca di qualità di quelli che poi divennero i maggiori vini rossi piemontesi.

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Attualmente, il castello e la sua collina rappresentano un polo d'eccezione per la conoscenza e la valorizzazione della cultura vinicola dell'intero comprensorio di langhe-Roero e Monferrato.

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Il castello ospita infatti la prima Enoteca Regionale del Piemonte e uno dei più completi musei etnografici di tradizione vitivinicola della regione. Il vigneto ai piedi del castello costituisce un importante centro di ricerca e sperimentazione sul patrimonio ampelografico piemontese e presenta una delle collezioni di vitigni più ampie a livello europeo.

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Le "Colline del Barbaresco" sono collocate nel territorio delle Langhe, alla destra orografica del fiume Tanaro. L'area selezionata rappresenta il cuore della zona di produzione del Barbaresco DOCG, uno dei più importanti e noti vini rossi da invecchiamento in tutto il mondo, la cui ridotta produzione in termini di bottiglie è inversamente proporzionale alla grande qualità del prodotto.

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Sono presenti due borghi d'altura di impianto medievale di grande qualità architettonica e di notevole pregio paesaggistico: Barbaresco (il paese in cui è nato; omonimo vino) e Neive, oltre ad alcuni nuclei rurali e numerose cascine sparse dell'agro, pressoché tutte dedicate alla coltivazione delle uve e alla produzione vinicola.

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"Nizza Monferrato e il Barbera" si colloca nell'Alto Monferrato, dove presenta una superficie di 2.307 ha.

L'area selezionata rappresenta il territorio di storica attestazione del vitigno Barbera, varietà coltivata nel territorio piemontese da oltre 500 anni, che rappresenta il più importante vitigno a bacca rossa del Piemonte, occupando il 35% della superficie vitata della regione. L'omonimo vino che se ne produce - il Barbera d'Asti DOCG - è senz'altro il patriarca dei vini rossi piemontesi e il più rilevante per quantità e varietà prodotte.

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La perimetrazione è impostata su strade panoramiche e crinali collinari che racchiudono la porzione territoriale più significativa alla rappresentazione del sistema produttivo, culturale e paesaggistico del Barbera d'Asti DOCG e in particolare della sottozona "Nizza", come ulteriore specifica di qualità e a conferma dello stretto legame di questa produzione con la città di Nizza Monferrato e dei comuni del suo circondario.

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La città è infatti considerata la capitale del barbera dal punto di vista commerciale e promozionale, anche alla luce della presenza di alcune delle maggiori aziende produttrici. La filiera produttiva del Barbera, a differenza delle zone di produzione del barolo e del Barbaresco, è fortemente basata sul sistema delle cantine sociali.

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L'area di "Canelli e l'Asti Spumante" rappresenta l'eccellenza del polo produttivo del vino Asti Spumante, derivante dalla lavorazione del vitigno Moscato bianco.

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Si tratta di un territorio in cui la vite domina incontrastata e rende inconfondibile il paesaggio con filari ordinati e geometrici, curati e disposti sulle dorsali collinari plasmate dal secolare lavoro dell'uomo, e dove grandi innovazioni tecnologiche hanno dato il via alla storia dei grandi vini spumanti italiani.

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Il Moscato bianco è un vitigno attestato storicamente in Piemonte, in particolare sulle colline delle Langhe e del Monferrato, dove le peculiari condizioni pedo-climatiche ne hanno consentito la diffusione e hanno legato indissolubilmente la produzione delle sue uve aromatiche al territorio della componente.

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Il grande successo dello Spumante, conosciuto ed esportato in tutto il mondo, ha progressivamente trasformato un territorio, originariamente poli-colturale, in uno dei maggiori centri di produzione viticola nazionale e internazionale, la cui capitale è a città di Canelli. Le testimonianze di questa produzione sono le prestigiose industrie spumantiere, molte delle quali hanno sede proprio a Canelli, dove sono conosciute come "cattedrali sotterranee" per via degli immensi spazi monumentali che si estendono nel sottosuolo della città

La componente è collocata nel territorio del Basso Monferrato, su rilievi collinari di modesta entità. L'area comprende otto centri urbani in posizione d'altura il cui tessuto urbano originario presenta una straordinaria integrità e riconoscibilità d'impianto. Tali nuclei urbani si caratterizzano per l'utilizzo diffuso della Pietra da Cantoni - un'arenaria presente unicamente in questa porzione territoriale all'interno dell'intero bacino collinare di Langhe-Roero e Monferrato - utilizzata non solo per la costruzione di edifici ma anche per la realizzazione di straordinarie testimonianze di architettura vernacolare: gli infernot.

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Gli infernot sono costituiti da piccoli vani ipogei scavati al di sotto del livello delle comuni abitazioni e utilizzati per la conservazione delle bottiglie di vino.

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Rappresentano vere e proprie opere d'arte nate dalla tradizione contadina e dalla perizia di mastri cantonieri e si concentrano in queste forme unicamente in questo brano di terra. La componente presenta un ricco palinsesto di tali testimonianze, offrendo un'ampia casistica delle tipologie e delle modalità di realizzazione di questi manufatti.