Componenti UNESCO in mappa
Ciabot
Core zone
Buffer zone

PAESAGGIO COLTIVATO

Paesaggio collinare di spiccata matrice agraria, il cui carattere dominante è dato dalla presenza della viticoltura, praticata in queste zone da numerosi secoli grazie ad alcune specificità legate al sistema naturale. Il vigneto domina il disegno del paesaggio, occupando, per ampi tratti, le dorsali collinari.

Punti di interesse:

Ciabot

I ciabot sono delle piccole costruzioni, localizzate in modo diffuso all’interno delle vigne su tutto il territorio del sito candidato, atte a deposito degli attrezzi e dei prodotti da lavoro. Storicamente erano un luogo di riparo e sosta per chi doveva lavorare nelle vigne e nei campi tutto il giorno e venivano utilizzati anche per la primissima lavorazione dell’uva.

Vigna Cannubi (Barolo)

Cannubi è uno dei vigneti storici del comune di Barolo. Il nome Cannubi veniva già citato in una bottiglia del 1752 (quando ancora il vino Barolo non esisteva con questo nome), a testimonianza di come tale località sia anticamente riconosciuta per il prestigio qualitativo delle uve qui prodotte.

Vigneti:

Localizzati in modo diffuso sulle colline con versanti e cime generalmente poco accentuate, i vigneti seguono la morfologia del terreno offrendo fin dall’antichità condizioni favorevoli alla pratica della viticoltura, facilitando l’impianto dei vitigni, la manutenzione, la potatura e la raccolta delle uve.

Vigneti sperimentali della collina del castello Grinzane Cavour

Vigneto costituito nel 1992 che raccoglie tutti i vitigni principali e minori coltivati in Piemonte e nelle regioni limitrofe, nonché tutti i vitigni rari, in via di abbandono e in pericolo di estinzione recuperati sul territorio dell’Italia Nord-Occidentale, che formano nel loro insieme un ricco patrimonio di diversità oggetto di studio e salvaguardia.

Coltivazione a girapoggio

Sistemazione agraria che prevede la disposizione dei filari seguendo l’andamento delle curve di livello. Tale disposizione, che caratterizza notevolmente la tessitura dell’impatto percettivo del paesaggio, si deve alla profonda conoscenza da parte dell’uomo delle attitudini dei suoli. Di fatti tale tecnica fa sì che le radici delle vigne trattengano meglio il terreno, evitando fenomeni franosi e di dilavamento.